Skip to main content

Basilicata: Terra di Cinema - Cinque Domande per Nicola Ragone

“La pelle umana delle cose, il derma della realtà, ecco con che cosa gioca anzitutto il cinema.” (A. Artaud)

Questo è il momento della Basilicata nel mondo del cinema. La sua bellezza è tra le migliori presenze del cinema Italiano. Sembra che ogni settimana, esca un film fatto in Lucania. La regione sta veramente diventando conosciuta attraverso il mondo come la terra di cinema.


La Riva, il nuovo cortometraggio del regista lucano Nicola Ragone sarà mostrato nell'ambito del V° Meeting Internazionale del Cinema Indipendente a Matera. Ho parlato con Ragone di questo film e del suo lavoro.

Raccontami “La Riva”.

La Riva è un cortometraggio scritto da Antonio Andrisani, prodotto dalla società di produzione Arifa Film, grazie al “Bando alla crisi”, promosso dalla Lucana Film Commission. E’ stato un progetto interessante, mi ha permesso di esplorare un orizzonte stilistico nuovo, un contenitore di personaggi, luoghi e situazioni particolari. Un mondo assurdo e grottesco, metafora di una società soffocante come la spiaggia affollata e frenetica che infastidisce il nostro protagonista; anti-eroe che decide di evadere dalla vacuità del quotidiano, raggiungendo una landa deserta, priva di rumori e distrazioni, spazio in equilibrio e di equilibro, ma purtroppo utopico perché esonerato da scelte e ostacoli, massi che caratterizzano la nostra esistenza. E quindi...bisogna ritornare “a riva”, tornare nel quotidiano e avere la forza di decidere il proprio percorso. Per questo c’è sempre tempo...Questo cortometraggio mi ha dato la possibilità di collaborare con una squadra che è stata formata sul territorio. C'è stato un grande spirito di appartenenza. La relazione con il territorio ha creato una strana e divertente sinergia: gioco e pura libertà espressiva.

Come fai a esprimere il tuo orgoglio lucano nell’arte del cinema?
Ho pensato di intraprendere il percorso cinematografico grazie alle mie origini. La Lucania è una terra antichissima e ancestrale, che conserva un proprio tempo, non aderente a quello misurato in altri luoghi. E’ un tempo mitico, o mitologico. Durante la mia adolescenza questo tempo mi sembrava estremamente dilatato: giornate infinite e soprattutto vuote, prive di stimoli, caratterizzate dalla noia. La ricerca di un modo per riempire il tempo mi ha portato alla necessità di avere visioni, immagini, racconti. Avevo bisogno di creare un mondo fantastico che potesse riempire questo vuoto. Sono orgoglioso di provenire da questa terra così misteriosa, ma così semplice, una terra che mi ha regalato una necessità: cercare un’identificazione. E’ una ricerca che forse non avrà un suo compimento, ma il cinema può aiutarci, in fondo è il tentativo, l’ipotesi di un’identificazione.

Complimenti per il tuo Nastro d’Argento. Raccontami il tuo film, Sonderkommando e come è nata la collaborazione con Silvia Scola e Daniele Ciprì.
Sonderkommando, ha rappresentato un momento importante nel mio percorso, un tentativo di ricerca e di sperimentazione. Il momento più utile di tutto questo lungo e faticoso percorso, è avvenuto durante le proiezioni in sala. Sentivo che il progetto si stava allontanando da me. Questo distacco mi ha dato la possibilità di maturare, di guardalo con freddezza e di poter capire quali potessero essere i sentieri da percorrere in futuro, o quanto fosse importante compiere una scelta nella sua profondità.

Tutto questo risiede nel racconto del cortometraggio. Citando la sceneggiatura di Silvia Scola: “è l’amore che sboccia dove gli pare, come un fiore dal letame”. E’ un lavoro che riflette sull’etica e sull’ambiguità di certe posizioni e di certe scelte. Primo Levi avvertiva: “se è successo, potrebbe ancora succedere”. La Storia, come diceva già Vico, si ripete, e non perché si ripeta uguale negli atti, ma perché la natura dell’uomo è sempre la stessa. La natura dell’odio e della volontà di “eliminazione dell’altro” perché diverso da sé, non ci ha mai abbandonato ed è questa la ragione che ci ha spinto a raccontare una storia d’amore così diversa, eppure così tristemente uguale.

La collaborazione con Silvia Scola e Daniele Ciprì, è nata in modo casuale e spontaneo, grazie ad una serie di congiunzioni avvenute nel momento giusto. Devo molto ad entrambi: hanno seguito il progetto in tutte le sue fasi, lo hanno nutrito con la loro esperienza, con la loro tecnica, ma soprattutto con la loro spontaneità: rara umiltà signorile.


Il Nastro d’argento è stato un riconoscimento importante per Sonderkommando: per lo sforzo profuso, per quello che ognuno ha donato, per il coraggio e per la fiducia. Una motivazione ulteriore per proseguire il cammino e per poter affrontare il percorso tortuoso con totale sacrificio, cercando di far vivere costantemente il rito. 

Parlando della famiglia Scola, per te come ha influenzato il cinema Italiano Ettore Scola?
Essendo Ettore Scola, cioè sempre se stesso. Questo l’insegnamento più grande, difficilissimo da mettere in pratica. Il Novecento è stato il secolo della perdita dell’identità: siamo stati abituati ad indossare una o più maschere per proteggere la nostra vera natura. Il maestro Scola sembrava un uomo del Settecento: autentico e illuminato. Questo il segreto della sua saggezza.

Qual’è il tuo sogno del futuro nel cinema?
Che il cinema diventi una comunità di libera espressione. Ma forse non lo sarà mai.

L'appuntamento di La Riva è per Sabato 12 Marzo ore 21:00 presso il Cinema Comunale Matera.

Comments

Popular posts from this blog

"Roma 11:00" – The Tragic True Story of Desperation in a World of Poverty

There couldn’t have been a more perfect couple than Lucia Bosè and Raf Vallone in Giuseppe De Santis’ 1952 “Roma 11:00.”  A tragic story based on true events, the film follows several young women in post-WWII Rome as they answer a job listing for a typist. When 200 women are in line on one staircase over several floors, a crack leads to the collapse of the entire staircase. Dozens were injured and one was killed. The tragedy spoke to the poverty and desperation that existed for so many Italians in the early 1950s before the ‘58 industrial boom began.  Cesare Zavattini was one of the screenwriters. Elio Petri was the assistant director who interviewed many of the victims and cast a few in supporting roles. In addition to Bosè and Vallone, the film stars Carla Del Poggio, Massimo Girotti, Maria Grazia Francia, Lea Padovani and Delia Scala. The film is set in Largo Circense 37, while in reality the collapse took place in via Savoia 31, in the Salario district, on J...

The Timeless Talent of Stefania Sandrelli

On screen since the tender age of 14, she has captivated audiences for more than 50 years with a compelling combination of strength and vulnerability. She achieved stardom at just 14 years old playing the angelic cousin of a love-struck Marcello Mastroianni in Pietro Germi’s “Divorce Italian Style.” More than half a century later, she is still going strong and remains one of Italy’s most esteemed actors. Stefania Sandrelli was born on June 5, 1946, in Viareggio in the province of Lucca in northern Italy. As a child, she studied music and dance. Then in 1960, she won a beauty pageant and was featured on the cover of Le Ore magazine. Her purity captivated the country and shortly thereafter, movie offers began pouring in. Just one year later, she made her cinema debut in three feature films: Mario Sequi’s Gioventù di notte , Luciano Salce’s The Fascist, and Pietro Germi’s Divorce Italian Style . She instantly became a star and before long was a key figure in Italy’s legend...

'Salvatore Giuliano' blends documentary realism with dramatic storytelling

"Salvatore Giuliano" is a 1962 Italian crime drama directed by Francesco Rosi that dramatizes the real-life events surrounding the life and death of the legendary Sicilian bandit and folk hero. Giuliano rose to notoriety after the liberation of Sicily from fascist control in 1943, when he formed a gang that joined a separatist army. When the army dissolved, he and his gang intensified their outlaw activities. One of their most significant crimes was the Portella della Ginestra incident, during which dozens of men, women, and children were killed or wounded. This act prompted the authorities to launch an all-out war against Giuliano. His defenses slowly crumbled, and on July 5, 1959, his body was discovered in the courtyard of a house in Castelvetrano. That moment serves as the starting point for Rosi's film. Giuliano's fame is tied to his involvement in the Sicilian independence movement and his battles against both the Italian government and the Mafia in the 1940s a...

Federico Fellini: A Look into the Life and Career of an Icon

A Fellini family portrait  “The term became a common word to describe something on the surface you can say is bizarre or strange, but actually is really like a painter working on a film,” said Martin Scorsese when asked to define “Felliniesque,” an adjective inspired by one of the greatest filmmakers of all time. The oldest of three children, Federico Fellini was born in the seaside town of Rimini in 1920. His father was a traveling salesman, so his mother was left to do the bulk of raising the children. One can argue that Fellini was born for his destiny. “You could tell that even as a child, he was different and unique. He was very intelligent, well above average. He was always the one to organize things, direct the others, make up games. He could control the other kids with just a look, said Fellini’s sister, Maddalena, in an interview with journalist Gideon Bachmann.  Not only was Fellini directing the children, but he was also putting on shows and charging ...

Gianfranco Rosi to premiere 'Sotto le nuvole' at Venice Film Fest, exploring Naples' history

Documentary filmmaker Gianfranco Rosi will premiere his much-anticipated latest film at the upcoming 82nd Venice International Film Festival , which runs August 27 - Sept. 6. "Sotto le nuvole" (Below the Clouds)  takes a deep dive into the rich history and culture of Naples and the area surrounding Mount Vesuvius. There has not been much information revealed but so far, we know that the film will focus on themes similar to those explored by Rosi in his previous works, such as the examination of Roman culture in "Sacro GRA" (2013) and Lampedusa's refugee crisis in "Fuocoammare" (2016).  The film's synopsis reads, “The land around Vesuvius is a vast palimpsest. On the surface, underground and even beneath the sea of the modern city of Naples and its surroundings, the memory of history is etched into tunnels, walls and fissures, the remains of women, children and men — statues, buried cities. Only thin layers separate contemporary and ancient life, an...