Questo è il momento della Basilicata nel mondo del cinema. La sua bellezza è tra le migliori presenze del cinema Italiano. Sembra che ogni settimana, esca un film fatto in Lucania. La regione sta veramente diventando conosciuta attraverso il mondo come la terra di cinema.
Raccontami “La Riva”.

Come fai a esprimere il tuo orgoglio lucano nell’arte del cinema?
Ho pensato di intraprendere il percorso cinematografico
grazie alle mie origini. La Lucania è una terra antichissima e ancestrale, che
conserva un proprio tempo, non aderente a quello misurato in altri luoghi. E’
un tempo mitico, o mitologico. Durante la mia adolescenza questo tempo mi
sembrava estremamente dilatato: giornate infinite e soprattutto vuote, prive di
stimoli, caratterizzate dalla noia. La ricerca di un modo per riempire il tempo
mi ha portato alla necessità di avere visioni, immagini, racconti. Avevo
bisogno di creare un mondo fantastico che potesse riempire questo vuoto. Sono
orgoglioso di provenire da questa terra così misteriosa, ma così semplice, una
terra che mi ha regalato una necessità: cercare un’identificazione. E’ una
ricerca che forse non avrà un suo compimento, ma il cinema può aiutarci, in
fondo è il tentativo, l’ipotesi di un’identificazione.
Complimenti per il tuo Nastro d’Argento. Raccontami il tuo film, Sonderkommando e
come è nata la collaborazione con Silvia Scola e Daniele Ciprì.
Sonderkommando, ha rappresentato un momento
importante nel mio percorso, un tentativo di ricerca e di sperimentazione. Il
momento più utile di tutto questo lungo e faticoso percorso, è avvenuto durante
le proiezioni in sala. Sentivo che il progetto si stava allontanando da me. Questo
distacco mi ha dato la possibilità di maturare, di guardalo con freddezza e di
poter capire quali potessero essere i sentieri da percorrere in futuro, o quanto
fosse importante compiere una scelta nella sua profondità.
Tutto questo risiede nel racconto del
cortometraggio. Citando la sceneggiatura di Silvia Scola: “è l’amore che
sboccia dove gli pare, come un fiore dal letame”. E’ un lavoro che riflette
sull’etica e sull’ambiguità di certe posizioni e di certe scelte. Primo Levi
avvertiva: “se è successo, potrebbe ancora succedere”. La Storia, come diceva
già Vico, si ripete, e non perché si ripeta uguale negli atti, ma perché la
natura dell’uomo è sempre la stessa. La natura dell’odio e della volontà di
“eliminazione dell’altro” perché diverso da sé, non ci ha mai abbandonato ed è
questa la ragione che ci ha spinto a raccontare una storia d’amore così diversa,
eppure così tristemente uguale.
Il Nastro
d’argento è stato un riconoscimento importante per Sonderkommando: per lo
sforzo profuso, per quello che ognuno ha donato, per il coraggio e per la
fiducia. Una motivazione ulteriore per proseguire il cammino e per poter
affrontare il percorso tortuoso con totale sacrificio, cercando di far vivere costantemente
il rito.
Parlando della famiglia Scola, per te come
ha influenzato il cinema Italiano Ettore Scola?
Essendo Ettore Scola, cioè sempre se stesso. Questo l’insegnamento più grande, difficilissimo da mettere in pratica. Il Novecento è stato il secolo della perdita dell’identità: siamo stati abituati ad indossare una o più maschere per proteggere la nostra vera natura. Il maestro Scola sembrava un uomo del Settecento: autentico e illuminato. Questo il segreto della sua saggezza.
Essendo Ettore Scola, cioè sempre se stesso. Questo l’insegnamento più grande, difficilissimo da mettere in pratica. Il Novecento è stato il secolo della perdita dell’identità: siamo stati abituati ad indossare una o più maschere per proteggere la nostra vera natura. Il maestro Scola sembrava un uomo del Settecento: autentico e illuminato. Questo il segreto della sua saggezza.
Qual’è il tuo sogno del futuro nel cinema?
Che il cinema diventi una comunità di
libera espressione. Ma forse non lo sarà mai.
L'appuntamento di La Riva è per Sabato 12 Marzo ore 21:00 presso il Cinema Comunale Matera.
L'appuntamento di La Riva è per Sabato 12 Marzo ore 21:00 presso il Cinema Comunale Matera.
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